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Posted on 15 Giugno 2015 in Senza categoria

Stallman : Windows, Mac OS, iOS, Android, Spotify e Google

Richard Stallman, creatore di GNU, sistema operativo simile a Unix, ma composto interamente da software gratuiti, recentemente ha rilasciato un altra riflessione delle sue ( ndr ricordiamo alla morte di Steve Jobs commento parlando della fine dell’ egemonia maligna di Jobs).

Stalmann, ha dichiarato che tutti i sistemi operativi più diffusi al mondo (windows, mac os, ios, android, Google) sono tutti ‘Malware’.

Nel particolare, nell’Articolo pubblicato dal ‘Guardian’, Stallman ha parlato del software non libero, definendo che durante la distribuzione di questi, le compagnie inseriscono quello che viene definito ‘Codice Malevolo’:

“Nel ventunesimo secolo il software proprietario è l’informatica per fessi”

Il software moderno, è dunque progettato per spiare gli utenti attraverso ‘backdoor inserite volontariamente e incatenarli con i DRM (ndr Digital Rights Management, è un sistema di protezione dei file che consente la tutela del diritto d’autore dei contenuti digital)

“Quali tipi di programmi includono malware? I sistemi operativi, prima di tutto..Windows spia gli utenti, li incatena e, su mobile, censura determinate applicazioni; utilizza anche una backdoor universale che permette a Microsoft di imporre modifiche sul software da remoto. Microsoft sabota gli utenti di Windows mostrando le falle di sicurezza alla NSA ancor prima che vengano risolte”.

Stallman ne ha anche per la società della Mela:

“Anche i sistemi Apple sono malware: Mac OS spia e incatena; iOS spia, incatena, censura le applicazioni e ha backdoor”

E nemmeno Google con Android:

“Anche Android contiene malware su componenti non liberi: ha una backdoor per l’installazione o disinstallazione forzata da remoto di qualsiasi applicazione”.

Quindi, stando a ciò, ci sarebbero Malware ovunque.

Stallman non risparmia neanche alcune app e servizi di streaming (ndr tra i tanti Amazon, Spotify,Shazam, Youtube) poiché le stesse non solo non permettono di effettuare una copia dei dati che ricevono ma anche tracciano le abitudini di visualizzazione o ascolto degli utenti.

“Dovreste fidarvi di una internet formata da roba software proprietaria? Non siate idioti”

Attivista per il Software libero, Stallman ha rilasciato al Guardian un vero e proprio Manifesto, dove, a quanto sopra conclude con dei consigli fondamentali per evitare le insidie del software privato.

La prima azione va fatta a livello individuale, rifiutando categoricamente il software privato e i servizi che tengono traccia delle nostre Attività, a livello collettivo, sarebbe necessario organizzarsi per sviluppare sistemi e servizi liberi che non tracciano chi li usa ed in ultimo, in maniera democratica, con leggi che reputino illecito l inserimento di malware in backdoor, eliminando i mezz, TPP e TTIP che danno al privato il potere di sopprimere la democrazia.

Tutto ciò ha una Matrice fondamentale identificabile nella persona di Richard Stallman.

Inp articolare chi è Richard Stallman?

Richard Matthew Stallman (New York16 marzo 1953) è un programmatoreinformatico e attivista statunitense.

È uno dei principali esponenti del movimento del software libero. Nel settembre del 1983 diede avvio al progetto GNU con l’intento di creare un sistema operativo simile a Unix ma composto interamente da software libero: da ciò prese vita il movimento del software libero. Nell’ottobre del 1985 fondò laFree Software Foundation (FSF)[2]. Fu il pioniere del concetto di copyleft ed è il principale autore di molte licenze copyleft compresa la GNU General Public License (GPL), la licenza per software libero attualmente più diffusa.  

Origini e formazione

Richard Stallman negli anni ottanta

Stallman nacque da Daniel Stallman e Alice Lippman nel 1953 a New York. La sua prima esperienza con i computer fu presso l’IBM New York Scientific Center: Stallman passò l’estate dopo il diploma di scuola superiore scrivendo il suo primo programma, un processore per il linguaggio di programmazione PL/I sull’IBM 360. Durante questo periodo, Stallman fu anche un assistente di laboratorio volontario presso il dipartimento di biologiaalla Rockefeller University.

La carriera accademica

Sebbene si stesse già indirizzando verso una carriera da matematico o fisico, il suo professore alla Rockefeller pensò che avrebbe avuto un futuro come biologo[3]. Nel giugno del 1971 al primo anno da studente all’università Harvard, Stallman diventò un programmatore al laboratorio IA (Intelligenza Artificiale) del MIT. Qui prese parte alla comunità degli hacker, dove era conosciuto con la sigla “rms” (nella prima edizione del dizionario dell’Hacker scrisse: Richard Stallman è solo il mio nome mondano; tu puoi chiamarmi “rms”).

Stallman si laureò con lode (magna cum laude) alla Harvard in Fisica nel 1974. In seguito si iscrisse ad un corso post-laurea in fisica al MIT, ma abbandonò gli studi universitari, rimanendo un programmatore al laboratorio di intelligenza artificiale del MIT. Mentre era studente al MIT, Stallman pubblicò una relazione su “Truth Maintenance System” (revisione controllata) intitolata “dependency-directed backtracking” con Gerald Jay Sussman. Questa relazione fu un primo lavoro sul problema dell’”Intelligent backtracking” nel “constraint satisfaction problems” (soddisfazione dei vincoli).

Quando nel 1977 il laboratorio per le scienze del computer (LCS) del MIT installò un sistema di accesso limitato controllato da password Stallman trovò un modo per decrittare le password e inviò agli utenti un messaggio contenente la loro password decodificata, con il suggerimento di cambiarla con una stringa vuota (che significa non immettere password), per permettere nuovamente l’accesso anonimo al sistema. Circa il 20% degli utenti seguirono il suo consiglio, sebbene gli accessi con password alla fine prevalsero. Stallman si vantò del successo nella sua campagna per molti anni a seguire.

Il contrasto al copyright

Nei tardi anni settanta e primi anni ottanta, la cultura hacker che Stallman portava avanti cominciò a frammentarsi. Per evitare che il software fosse usato sui computer dei concorrenti, la maggior parte dei produttori smise di distribuire il codice sorgente e cominciò a usare Copyright e licenze restrittive per il software, per limitarne o proibirne la copia e la redistribuzione. Tale proprietà dei software già esisteva prima, e divenne chiaro che sarebbe diventata la norma. Questo passaggio alle caratteristiche legali del software può essere considerato come una conseguenza di una legge (U.S.Copyright Act) del 1976, come dichiarato da Brewster Kahle, compagno di Stallman al MIT.

Quando Brian Reid nel 1979 mise “time bombs” in Scribe per limitare l’accesso senza licenza al software, Stallman lo considerò “un crimine contro l’umanità”. Egli chiarì, anni dopo, che quello che lui considera un crimine non è far pagare i software, bensì ostacolare la libertà dell’utente. Nel 1980, a Stallman e ad alcuni altri hacker del laboratorio di intelligenza artificiale fu rifiutato il codice sorgente del software per la stampante laser Xerox 9700 (“Dover”), la prima del settore. Stallman aveva modificato il software su una vecchia stampante (la XGP, Xerographic Printer); con la sua modifica l’utente riceveva dalla stampante un messaggio elettronico che gli segnalava il completamento della stampa da lui richiesta.

Tutti gli utenti in coda di stampa venivano anche avvertiti di condizioni di congestione di code di stampa, in modo che l’utente si potesse attendere un ritardo nella stampa, e la informazione necessaria per evitare altre congestioni. Vedere impedito questo servizio aggiuntivo, per l’indisponibilità del codice sorgente della stampante, non era un inconveniente trascurabile, dato che, come accadeva spesso, la stampante era unica per diversi utenti su diversi piani, e presso la stampante finivano per sostare diverse persone, a perdere tempo prezioso in attesa, o a districarsi fra le altrui stampe non ritirate. Questa esperienza convinse Stallman che le persone hanno bisogno di essere libere di modificare il software che usano.

Nel 1980, Richard GreenBlatt, un compagno hacker del laboratorio AI, fondò Lisp Machines, Inc. (LMI) per commercializzare Lisp machines, che lui e Tom Knight avevano creato in laboratorio. Greenblatt rifiutò investimenti esterni, credendo che i profitti dalla costruzione e dalla vendita di un po’ di macchine poteva essere reinvestito con profitto per la crescita della società. Al contrario, gli altri hacker ritenevano che fosse meglio l’avvicinamento di una venture capital finanziatrice. Poiché non fu possibile raggiungere alcun accordo, hacker dell’ultimo campo fondarono Symbolics, con l’aiuto di Russ Noftsker, un amministratore del laboratorio AI (AI Lab). Symbolics reclutò la maggior parte degli hacker rimasti incluso l’insigne hacker Bill Gosper, che poi lasciò il laboratorio AI.

Symbolics costrinse Greenblatt anche a dimettersi citando le politiche del MIT. Mentre entrambe le compagnie rilasciavano software proprietario, Stallman credeva che LMI, a differenza di Symbolics, avesse provato ad evitare di danneggiare la comunità del laboratorio. Per due anni, dal 1982 alla fine del 1983, Stallman lavorò da solo per clonare la produzione dei programmatori di Symbolics, con lo scopo di evitare che essi ottenessero un monopolio sui computer del laboratorio. Comunque, fu l’ultimo della sua generazione di hacker nel laboratorio.

Rifiutò un futuro dove avrebbe dovuto firmare accordi di non divulgazione per non condividere codici sorgente o informazioni tecniche con altri sviluppatori di software e compiere altre azioni che considerava tradimenti dei suoi principi. Scelse invece di condividere il suo lavoro con altri, in quello che considerava un classico spirito di collaborazione. Sebbene Stallman non partecipasse negli anni sessanta all’era della controcultura, fu ispirato dal suo rifiuto della ricerca della ricchezza come primo obiettivo di vita. Stallman sostiene che gli utenti di software dovrebbero avere la libertà di “condividere con i loro vicini” e di essere in grado di studiare e fare modifiche al software che loro usano.

Ha ripetutamente detto che i tentativi dei venditori di software proprietario di proibire questi atti sono “antisociali” e “non etici”. La frase “il software vuole essere libero” gli è spesso non correttamente attribuita, e Stallman sostiene che questa è una descrizione inesatta della sua filosofia. Egli sostiene che la libertà è vitale per il bene degli utenti e della società come un valore morale, e non puramente per ragioni pragmatiche come sviluppare in qualche modo un software tecnicamente superiore. Per evitare eventuali influenze da parte del MIT nel gennaio 1984, Stallman lasciò il suo lavoro per dedicarsi a tempo pieno al progetto GNU, che aveva annunciato nel settembre del 1983.

Il Progetto GNU

Stallman annunciò il progetto per il sistema operativo GNU nel settembre 1983 su molte mailing list ARPAnet e Usenet. Nel 1985, Stallman pubblicò il manifesto GNU, che descriveva le sue motivazioni per creare un sistema operativo libero chiamato GNU, che sarebbe stato compatibile con Unix. Il nome GNU è un acronimo ricorsivo per “GNU’s Not Unix (GNU non è Unix)”. Poco dopo, diede vita a una corporazione no profit chiamata Free Software Foundation per impiegare programmatori di software libero e fornire un’infrastruttura legale per il movimento del software libero.

Stallman è il presidente non stipendiato della FSF, un’organizzazione no-profit 501(c)(3) fondata nel Massachusetts. Nel 1985, Stallman inventò e rese popolare il concetto di copyleft, un meccanismo legale per proteggere i diritti di modifica e redistribuzione per il software libero. Fu inizialmente implementato nella GNU Emacs General Public License, e nel 1989 il primo programma indipendente sotto licenza GPL fu rilasciato. Da allora, gran parte del sistema GNU è stato completato. Stallman fu responsabile di aver contribuito con molti strumenti necessari, inclusi un editor di testo, un compilatore, un debugger, un build automator (un metodo automatico di compilazione da codice sorgente a codice binario).

Gli anni ’90: GNU/Hurd e Linux

Quello che ancora mancava era il kernel. Nel 1990, membri del progetto GNU cominciarono lo sviluppo di un kernel chiamato GNU Hurd, che deve ancora raggiungere il livello di maturità richiesto per l’uso diffuso. Nel 1991, Linus Torvalds, uno studente finlandese, usò gli strumenti di sviluppo GNU per produrre il kernel Linux. I programmi esistenti del progetto GNU furono prontamente adattati per funzionare con il kernel linux ed ora molti sorgenti usano il nome “Linux” per riferirsi al sistema operativo general purpose risultante. Nella comunità del software libero ne è risultata una controversia sul nome da utilizzare per il nuovo sistema operativo. Stallman sostiene che non usare “GNU” sminuisce ingiustamente il valore del progetto GNU e nuoce alla sostenibilità del movimento del software libero rompendo il collegamento tra il software e la filosofia del software libero del progetto GNU.

Le influenze di Stallman sulla cultura hacker includono il nome POSIX e l’editor Emacs. Sui sistemi UNIX, la popolarità di GNU Emacs fece concorrenza all’altro editor vi, provocando una guerra fra editor. Stallman prese posizione su questo canonizzando scherzosamente se stesso come “St. IGNUcius” della Chiesa di Emacs e riconoscendo che “vi vi vi è l’editor del diavolo”, mentre “usare una versione libera di vi non è un peccato; è una penitenza”. Un numero di sviluppatori vide Stallman come un personaggio difficile con cui lavorare da un punto di vista politico, interpersonale o tecnico.

Intorno al 1992, sviluppatori alla Lucid Inc. facendo il loro lavoro su Emacs si scontrarono con Stallman e alla fine fecero un fork sul software. Il loro fork più tardi diventò XEmacs. Un archivio email pubblicato da Jamie Zawinski documenta le loro critiche e le risposte di Stallman. Ulrich Drepper, che Stallman aveva nominato per lavorare sul GNU libc per il Progetto GNU, pubblicò lamentele contro Stallman nelle note per la release di glibc 2.2.4. Drepper accusa Stallman di aver tentato una “scalata ostile ” del progetto, riferendosi a lui come un “maniaco del controllo e matto da legare.” Eric S. Raymond, che a volte proclama di parlare a nome di una parte dei membri del movimento open source, ha scritto molti articoli in toni aspramente critici, nei quali spiega il disaccordo del movimento con Stallman e il movimento per il software libero.

Nel 1999, Stallman richiese lo sviluppo di un’enciclopedia libera on-line invitando il pubblico a contribuire con articoli. In Venezuela, Stallman ha pronunciato discorsi pubblici e ha promosso l’adozione di software libero nella compagnia petrolifera di stato (PDVSA), nel governo municipale, e nell’esercito della nazione. Sebbene di solito sostenitore di Hugo Chávez, Stallman ha criticato alcune politiche inerenti alla programmazione televisiva, i diritti per la libertà di parola e la privacy negli incontri con Chavez e nei discorsi pubblici in Venezuela. Stallman è nel Consiglio Consultivo di teleSUR, una stazione televisiva Latino-Americana.

Gli anni 2000

Stallman durante il suo intervento aWikimania 2005 (Francoforte sul Meno)

Stallman durante il suo intervento aWikimania 2009 (Buenos Aires)

Nell’agosto del 2006 durante gli incontri con il governo dello stato indiano di Kerala, convinse i funzionari ad abbandonare il software proprietario, come quello di Microsoft, nelle scuole statali. Questo è sfociato in una significativa decisione di portare tutti i computer scolastici di 12.500 scuole superiori da Windows a un sistema operativo libero. Dopo incontri personali, Stallman ha ottenuto dichiarazioni positive sul movimento del software libero dall’allora presidente dell’India, Dr. A.P.J. Abdul Kalam, dal candidato alla presidenza francese nel 2007 Ségolène Royal, e dal presidente dell’Ecuador Rafael Correa. Nel 2006 e 2007, durante il diciottesimo mese della consultazione pubblica per la prima stesura della versione 3 della GNU General Public Licence, aggiunse un quarto tema per spiegare i cambiamenti proposti. La fedele difesa di Stallman per un software libero ispirò “Virtual Richard M. Stallman” (vrms), software che analizza i pacchetti correntemente installati su un sistema Debian GNU/Linux, e riporta quelli che derivano da un albero non libero. Stallman sarebbe stato in disaccordo con parti della definizione di software libero di Debian.

Con un commento[4] ospitato dal quotidiano britannico The Guardian nel dicembre 2010, Stallman ha preso spunto dagli eventi legati al caso dellapubblicazione di cablogrammi diplomatici statunitensi da parte di Wikileaks per riaffermare alcuni suoi convincimenti circa la natura non libera della reteInternet (definito come un “luogo virtuale” sostanzialmente privo di diritti civili, altrimenti esistenti nel mondo reale) e l’importanza del software libero per sfuggire al controllo effettuato in rete sugli individui da parte di grandi aziende e Stati. Oltre a definire gli attacchi DDoS ispirati da Anonymous contro importanti aziende online come Amazon e Mastercard l’equivalente informatico di una protesta di massa, Stallman ha affermato:

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« I started the free software movement to replace user-controlling non-free software with freedom-respecting free software. With free software, we can at least control what software does in our own computers. »

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« Ho avviato il movimento del software libero per rimpiazzare con software libero rispettoso della libertà, il software non libero che controlla l’utente. Con il software libero, possiamo almeno avere il controllo su quel che il software fa nei nostri computer. »

Convinzioni personali

La copertina dell’edizione inglese del libro Free as in freedom.

Stallman ha dedicato la maggior parte delle energie della sua vita all’attivismo politico e nel campo del software. Manifestando di curarsi poco dei beni materiali, spiega che ha “sempre vissuto grossolanamente… come uno studente, sostanzialmente. E mi piace questo, perché significa che il denaro non mi dice cosa fare.” Per molti anni, Stallman non ebbe una residenza permanente al di fuori del suo ufficio al laboratorio Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory (CSAIL) del Massachusetts Institute of Technology (MIT), definendosi uno squatter (occupante abusivo) nel campus. La sua posizione di research affiliate al MIT non è pagata.

Riguardo alle proprie convinzioni religiose, in una nota a piè di pagina di un articolo che scrisse nel 1999, afferma: “Come ateo, io non seguo nessunareligione guida, ma qualche volta mi trovo ad ammirare qualcosa di quello che dicono.” Stallman ha scelto di non festeggiare il Natale, celebrando invece il 25 dicembre una festa di sua invenzione, Grav-mass (un gioco di parole riferito a Christ-mas, Natale in lingua inglese). Il nome e la data sono riferiti aIsaac Newton, che nacque in quel giorno.

Quando gli vengono fatte domande sulle figure che l’hanno ispirato, risponde che ammira Mahatma GandhiMartin Luther KingNelson MandelaAung San Suu KyiRalph Nader, e Dennis Kucinich, commentando inoltre: “Io ammiro Franklin D. Roosevelt e Winston Churchill, anche se critico alcune delle cose che hanno fatto”. Stallman è un sostenitore del Green Party statunitense[5].

Stallman suggerisce di non possedere un telefono cellulare, poiché crede che le tracce dei telefoni cellulari creino problemi per la riservatezza dei dati personali. Adora una grande varietà di stili musicali da Conlon Nancarrow al folk; la Canzone del Software Libero prende la forma di parole alternative per la danza folk bulgara Sadi Moma. Più recentemente scrisse un’imitazione della canzone folk cubana Guantanamera, riguardante un prigioniero alla base navale di Guantanamo Bay, e la registrò a Cuba con musicisti cubani.

Stallman è un appassionato di fantascienza, incluse le opere dello scrittore Greg Egan. Occasionalmente si reca a convention di fantascienza (ha scritto la Canzone del Software Libero mentre aspettava il suo turno per cantare a uno di questi convegni). Ha scritto due racconti di fantascienza, Il diritto di leggere (The Right to Read)[6] e Ingegneria genietica (Jinnetic Engineering).[7] Madrelingua inglese, Stallman parla in modo sufficientemente fluente anche francese e spagnolo tenendo i suoi discorsi di due ore in queste lingue, e rivendica una padronanza frammentaria di indonesiano. Tra i suoi hobby lo studio delle danze popolari internazionali, volare, cucinare, suonare il flauto dolce, la fisica, il fandom fantascientifico e, naturalmente, la programmazione informatica.

Le dichiarazioni sulla morte di Steve Jobs

Il 6 ottobre 2011 Stallman ha pubblicato nel suo sito una discussa dichiarazione a seguito della morte di Steve Jobs:[8]

()

« Steve Jobs, the pioneer of the computer as a jail made cool, designed to sever fools from their freedom, has died. As Chicago Mayor Harold Washington said of the corrupt former Mayor Daley: “I’m not glad he’s dead, but I’m glad he’s gone.” Nobody deserves to have to die – not Jobs, not Mr. Bill, not even people guilty of bigger evils than theirs. But we all deserve the end of Jobs’ malign influence on people’s computing. Unfortunately, that influence continues despite his absence. We can only hope his successors, as they attempt to carry on his legacy, will be less effective. »

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« Steve Jobs, il pioniere del computer inteso come prigione resa di tendenza, progettato per separare gli stupidi dalla loro libertà, è morto. Come il sindaco di Chicago Harold Washington disse del corrotto precedente sindaco Daley: “Non sono felice che sia morto, ma sono felice che se ne sia andato”. Nessuno merita di dover morire – né Jobs, né il Sig. Bill, né persone colpevoli di mali peggiori dei loro. Ma tutti ci meritiamo la fine dell’influenza maligna di Jobs sul rapporto della gente coi computer. Purtroppo, quell’influenza continua nonostante la sua assenza. Possiamo solo sperare che i suoi successori, nel proseguirne l’eredità, siano meno efficaci. »

(Richard Stallman)

La dichiarazione è stata origine di molte discussioni tra utenti dei prodotti Apple e sostenitori del software libero

Il lessico

Stallman dà molta importanza alle parole e le etichette che la gente usa per parlare del mondo, incluse le relazioni tra il software e la libertà. Instancabilmente chiede alle persone di dire “software libero”, “GNU/Linux”, e di evitare il termine “proprietà intellettuale” o “pirateria” (legato ai computer). Le sue richieste che le persone usino certi termini, e i suoi continui sforzi per convincere la gente dell’importanza della terminologia sono fonte di regolare incomprensione e contrasto con parti della comunità per un software libero e open source.

Uno dei suoi criteri per concedere un’intervista ad un giornalista è che il giornalista accetti di usare la sua terminologia dall’inizio alla fine dell’articolo. Alcune volte ha anche richiesto ai giornalisti di leggere parti della filosofia GNU prima di un’intervista, per “motivi di efficienza”. È conosciuto per aver rifiutato interventi su alcune questioni di terminologia. Stallman rifiuta un comune termine alternativo “open-source software” perché non fa venire in mente ciò che Stallman considera come valore del software: la libertà. Di conseguenza non informerà le persone sulle questioni della libertà, e non porterà la gente a dare valore e difendere la propria libertà.

Due alternative che Stallman accetta sono “libre software” e “unfettered software” (software senza restrizioni), comunque, “free software” è il termine che chiede alle persone di usare in inglese. Per ragioni simili, sostiene il termine “software proprietario” piuttosto che “closed source software”(sorgente chiuso), quando ci si riferisce ad un software che non è libero. Stallman chiede ripetutamente che il termine “GNU/Linux”, che pronuncia “GNU Slash Linux”, venga usato per riferirsi al sistema operativo creato dalla combinazione del sistema GNU e il kernel Linux. Stallman si riferisce a questo sistema operativo come “una variante di GNU, ed il progetto GNU è il suo principale sviluppatore”. Reclama che la connessione tra la filosofia del progetto GNU e il suo software viene rotta quando le persone si riferiscono alla combinazione semplicemente come “Linux”. A cominciare circa dal 2003, cominciò ad usare anche il termine “GNU+Linux” che pronuncia “GNU plus Linux”.

Stallman sostiene che il termine “Proprietà Intellettuale” è stato ideato per confondere le persone, e viene usato per evitare una discussione intelligente sulle specifiche di copyright, brevetti, e leggi sul marchio, rispettivamente, trattando senza distinzione aree di leggi che sono più dissimili che simili. Egli sostiene anche che riferendosi a queste leggi come leggi “di proprietà”, il termine influenza la discussione quando si pensa a come trattare queste questioni.

« Queste leggi ebbero origine separatamente, si svilupparono differentemente, coprono attività differenti, hanno regole diverse, e sollevano diverse questioni politiche pubbliche. La legge sul copyright fu creata per promuovere l’attività dello scrittore e l’arte, e tratta esaurientemente i dettagli di un lavoro di scrittore o arte. La legge sul brevetto aveva l’intenzione di incoraggiare la pubblicazione di idee, al prezzo di limitati monopoli su queste idee, un prezzo che potrebbe valer la pena di pagare in alcuni campi e non in altri. La legge sul marchio non si proponeva di promuovere alcuna attività di business, ma semplicemente di permettere agli acquirenti di conoscere cosa stavano comprando.[9] »

Un esempio di avvertimento per evitare altra terminologia offrendo anche suggerimenti per possibili alternative, è questo ciò che emerge da una email di Stallman a una mailing list pubblica:

« Io penso che sia buona cosa per gli autori (per favore non chiamateli “creatori”, non sono dei) chiedere denaro per le copie dei loro lavori (per favore non svalutate questi lavori chiamandoli “contenuto”) in modo da guadagnare (il termine “compenso” falsamente implica un questione di risarcire alcuni tipi di danni).[10] »


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