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Posted on 16 Marzo 2015 in Profilo Aziendale

STALKING

COS’ E’ LO STALKING?
Lo stalking, derivato dal linguaggio venatorio (fare la posta), è un fenomeno conosciuto anche come “sindrome del molestatore assillante”, “inseguimento ossessivo” o anche obsessional following.
In Italia è stata data la definizione di “molestie assillanti”, concetto che richiama un insieme di comportamenti intrusivi e reiterati di sorveglianza, controllo, ricerca di contatto e comunicazione, nei confronti di una vittima, che risulta infastidita e/o preoccupata da tali attenzioni e comportamenti non graditi.

La maggior parte delle vittime di Stalking è di sesso femminile, ma anche una percentuale di soggetti di sesso maschile, seppure in minore quantità, è soggetta nell’arco della propria vita ad una campagna di persecuzione con molestie assillanti. I casi più frequenti riguardano ex partners che non accettano la fine di una relazione intima e cercano di ristabilire un rapporto, mentre risultano assai meno numerosi i casi di competenza psichiatrica e quelli che riguardano fans di celebrità. E’ possibile effettuare una classificazione di molestatori in diverse tipologie sulla base delle motivazioni all’avvio delle condotte moleste, del tipo di relazione precedente con la vittima, della presenza di disturbi psichiatrici ed eventualmente del tipo di violenza.

Le tipologie individuate sono quelle:


del rifiutato (ex partner);
del rancoroso (cliente insoddisfatto di un qualche fornitore di servizi);
del molestatore in cerca di intimità (soggetto con un elevato grado di isolamento sociale e scarse competenze relazionali);
del corteggiatore inadeguato (incompetenza circa le regole sociali del corteggiamento);
del predatore (il più pericoloso, per i maggiori rischi di natura sessuale e/o omicidiaria per la vittima).

Per quanto riguarda le popolazioni a rischio di diventare vittime di questo tipo di persecuzione si segnalano l’appartenenza al genere femminile, gli studenti ed in genere coloro che risultano impegnati in c.d. helping professions (medici,infermieri,insegnanti, avvocati).

La dinamica delle molestie assillanti si presenta multiforme e complessa così come le relazioni che si instaurano tra le persone e chiama in causa il genere, le professioni ed i ruoli sociali, le difficoltà relazionali ed il significato delle comunicazioni, che non sono percepite in maniera univoca.

Ciò risulta particolarmente evidente specie Se si considera che lo stalking può essere integrato da un insieme di azioni moleste ed intrinsecamente illecite, ma anche da condotte di per se stesse neutre, se non addirittura gradevoli, che però diventano “moleste” per la mancata accettazione da parte del destinatario.

Il fenomeno, anche quando le molestie non sono accompagnate da minacce o da violenza, può comportare severe conseguenze per la vittima, di varia natura e certamente meritevoli di molta attenzione.

Lo Stalking

Consiste in ripetuti comportamenti di controllo e molestie su una vittima designata. I comportamenti di stalking si distinguono in indiretti (telefonate, invio di e-mails, pedinamenti, appostamenti, distruzione di oggetti che appartengono alla vittima, uccisione dei suoi animali domestici ecc.) e diretti (vicinanza fisica in pubblico, condotte minacciose a distanza ravvicinata). La vittima che subisce questi atti si sente privata anzitutto della libertà psicologica, oltre che fisica, soprattutto se queste attenzioni del suo persecutore sono ossessive, non gradite e generano in lei fastidio e preoccupazione.
I comportamenti dello stalker nascono piuttosto da lucidi desideri di vendetta o di controllo sulla vita della vittima, magari perrecuperare una relazione ormai finita, oppure per allontanare la vittima dalla frequentazione di un nuovo partner, per convincerla a cambiare determinate scelte. Altre volte si tratta di molestatori sessuali abituali o di corteggiatori maldestri, che non si rendono conto di essere invadenti e inopportuni.
Perché vi sia “stalking” le minacce, i pedinamenti e le molestie devono durare per un periodo minimo di quattro settimane e replicate per un numero minimo di dieci manifestazioni. I comportamenti devono essere consapevoli, intenzionali e ripetuti.

Ma quand’è che un corteggiamento assillante, delle attenzioni ossessive si trasformano in stalking?

Lo stalkers nella manifestazione dei suoi comportamenti è, generalmente, spinto da diverse motivazioni tra cui le più frequenti sono:

– il desiderio di avvicinare qualcuno dal quale è attratto in maniera ossessiva,
– la voglia di riallacciare una relazione con un ex partner,
– la conquista ad ogni costo o il tentativo assillante di iniziare una relazione d’amore,
– il desiderio di vendetta per un presumibile torto subito, (da un ex collega di lavoro, cliente o fornitore, partner).

In ogni caso, la vittima, non è vissuta dal molestatore come un soggetto, una persona conosciuta ed apprezzata, ma diviene l’oggetto, il “mezzo” attraverso cui placare le proprie pulsioni, e soddisfare il bisogni di riconoscimento e di attenzione. Per raggiungere i suoi scopi, lo stalker mette in atto una seri di comportamenti fastidiosi e molesti nei confronti della vittima designata:

– comunicazioni non desiderate: generalmente l’attenzione è posta sulla vittima, ma a seconda dei casi, lo stalker, manifesta comportamenti invadenti anche con i famigliari e gli amici della vittima. Lettere,telefonate, sms, mail, sono tra gli strumenti maggiormente utilizzati.

– contatti non desiderati: il molestatore cerca di pedinare la vittima, la segue sul posto di lavoro, l’aspetta sotto casa, frequenta i posti della vittima come il bar o la palestra, fino a cercare di inserirsi nella rete sociale della vittima, per poi entrare nella sfera personale con spedizioni di regali non desiderati, messaggi sulla macchina della vittima, messaggi o scritte sui muri fuori dall’abitazione e dove è possibile la cancellazione di servizi come abbonamenti postali a riviste o servizi fondamentali, quali luce, gas, telefono etc.

Un comportamento normale diviene stalkingquando non si accettano i ripetuti no, quandolo stalker non accetta il rifiuto da parte dell’altra/o, non accettando la mancanza di interesse, oppure non accettando la fine di unarelazione; le ricerche empiriche individuano patologico un comportamento insistente e reiterato dopo due settimane, se la vittima ha manifestato il proprio disinteresse e il desiderio di essere lasciata in pace. E’ allora, infatti, che i comportamenti messi in atto dallo stalker non vengono più vissutidalla vittima come semplici manifestazionidi interesse nei suoi confronti, ma cominciano a destare in questa fastidio, paura, ansia e/o fobie.

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