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Posted on 16 Febbraio 2015 in Profilo Aziendale

TUTELA MINORI

TUTELA MINORI

Con il termine bullismo si indica generalmente nella letteratura psicologica internazionale «il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico. In particolare con il termine bullismo si intende riunire aggressori e vittime in un’unica categoria» Il bullismo per essere definito tale deve presentare tre caratteristiche precise:

Intenzionalità;

Persistenza nel tempo;

Asimmetria nella relazione;

Vale a dire un’azione intenzionale, eseguita al fine di arrecare danno alla vittima; ripetuta nei confronti di un particolare compagno; caratterizzata da uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce.
Il bullismo, quindi, presuppone la condivisione del medesimo contesto. Esistono diversi tipi di bullismo, che si dividono principalmente in bullismo diretto e bullismo indiretto. Il bullismo diretto è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e a sua volta può essere catalogato come:

bullismo fisico:

il bullo colpisce la vittima con colpi, calci o spintoni, o la molesta sessualmente;

bullismo verbale:

il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente cose cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi, sgradevoli o minacciandola, dicendo il più delle volte parolacce e scortesie;

bullismo psicologico:

il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo o mette in giro false voci sul suo conto;

cyberbullying o bullismo elettronico:

il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms o in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo,per minacciarlo o dargli fastidio.
Il bullismo indiretto è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso, e tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola per mezzo soprattutto del bullismo psicologico e quindi con pettegolezzi e calunnie sul suo conto.
Il bullismo non esiste solo a scuola, ma ha delle degenerazioni come il nonnismo e si collega a tutte le violenze che hanno in comune il considerare l’altra persona (quella che subisce) come un oggetto. A differenza di quanto si pensi, il bullismo è un fenomeno che riguarda sia
maschi che femmine, ma nei due sessi si esprime in due modi differenti.
Una prima distinzione di variabili di bullismo è in base al sesso del bullo: i bulli maschi sono maggiormente inclini al bullismo diretto, mentre le femmine a quello indiretto.
Per quanto riguarda invece l’età in cui si riscontra questo fenomeno, si hanno due diversi periodi. Il primo tra i 12 e i 14 anni di età, mentre il secondo tra i 14 e i 18, ma negli ultimi anni si sono riscontrati fenomeni di bullismo anche tra i ragazzi di 11 e 12 anni.
Infine i luoghi teatro di fenomeni di bullismo sono principalmente luoghi di raccolta di giovani, e quindi scuola e fuori scuola.
Le cause primarie di questo fenomeno sono da ricercarsi non solamente nella personalità del giovane bullo, ma anche nei modelli familiari sottostanti, negli stereotipi imposti dai mass- media, nella società di oggi a volte disattenta alle relazioni sociali.
L’enorme eco che gli episodi di bullismo hanno ottenuto in quest’ultimo anno sui mass-media segnala la diffusione, nell’opinione pubblica, di una crescente consapevolezza del problema.
È di fondamentale importanza, infatti, che tutti riconoscano la gravità degli atti di bullismo e delle loro conseguenze per la crescita sia delle piccole vittime, che nutrono una profonda sofferenza, sia dei piccoli prevaricatori, che corrono il rischio di intraprendere percorsi caratterizzati da devianza e delinquenza. Il bullismo, a differenza del vandalismo e del teppismo, si presenta come una forma di violenza antitetica a quelle rivolte contro le istituzioni e i loro simboli (docenti o strutture scolastiche): queste ultime sarebbero estroverse, dove il bullismo è invece introverso, una sorta di cannibalismo psicologico interno al gruppo dei pari. Inoltre è da sottolineare come quasi sempre, in particolare nei casi di ostracismo, l’intera classe tende ad essere coinvolta nel bullismo, attivo o passivo, rivolto verso le vittime del gruppo, tramite meccanismi di consenso, più o meno consapevole, non solo nel timore di diventare nuove vittime dei bulli, o per mettersi in evidenza nei loro confronti, ma perché questi spesso riescono ad esprimere sia pur in negativo, attraverso la designazione della vittima quale capro espiatorio, la cultura identitaria del gruppo.
Plus 1, grazie ad un Know How altamente specializzato in ambito psicologico minorile, esprime consulenza e sostegno alle vittime del bullismo, ed una serie di servizi investigativi per la tutela del minore e per il controllo sociale di tale fenomeno:

assistenza, ascolto e consulenza del disagio psicologico presente, in seguito a perpetrate situazioni vittimologiche;

individuazione di strategie di intervento sul fenomeno, promozione e diffusione dell’iniziativa sul territorio e presso le realtà formative e ludiche;

Realizzazione di un Forum itinerante, per coinvolgere tutte le componenti che si incontrano nel mondo della scuola, dai Dirigenti agli insegnanti, dai ragazzi ai genitori per ottenere un effetto di “inseminazione positiva” della realtà scuola nel suo complesso, divulgare corrette informazioni sul fenomeno e fornire uno strumento di conoscenza dei servizi di assistenza attivati dalla nostra azienda;

Servizi e Consulenze sulla Tutela del Minore. Plus 1, può contare su un pool di operatori specializzati in diversi campi applicativi e con una significativa esperienza nel settore della Psicologia Criminale ed Investigativa, Scolastica, dello Sviluppo e dell’Educazione. Inoltre, “Plus 1 – Management & Consulting” esprime una maturata esperienza in ambito psico-giuridico minorile per la prevenzione e il recupero della devianza e della criminalità minorile, sviluppando servizi e consulenze per la Tutela del minore, in ogni contesto di sviluppo e di crescita. Oggi il minore, sopratutto durante il processo di maturazione adolescenziale, è sottoposto ad un periodo di transizione dall’infanzia all’età adulta, fortemente segnato dai primi sintomi della pubertà e faticosamente sottoposto a continue esperienze emozionali molto intense, con continui cambiamenti nelle re- lazioni sia con le persone con cui si è abitualmente in contatto, sia con gli estranei. Di tali mutamenti, l’adolescente ne è consapevole, e, quindi, tende a modificare il proprio atteggiamento verso se stesso e verso gli altri: cerca autonomia dalla famiglia, adotta differenti e discutibili stili di comportamento ma, soprattutto, mette in discussione sistemi di rappresentazioni e di schemi che hanno regolato fino a quel momento le relazioni dell’in- dividuo con il proprio corpo, con altri individui, con attività ed istituzioni sociali. E’ facile rendersi conto, quindi, di vivere in una società dove i giovani sono sempre più soggetti ad eventi che li portano a smarrirsi durante il loro percorso di maturazione; diventa necessario monitorare contesti sociali che conducono i ragazzi ad avere comportamenti de- vianti. Bisogna capire veramente quali sono le motivazioni e le situazioni che portano a questo disagio giovanile, e soprattutto occorre anche offrire delle possibilità concrete af- finché effettivamente i ragazzi abbiano possibilità di essere attori protagonisti del proprio contesto sociale.

Plus 1” per questi motivi, decide di offrire una serie di servizi di consulenza nei confronti delle Famiglie e delle Istituzioni, sulla tutela del minore in ogni contesto di appartenenza, operando, quindi, presso le strutture scolastiche, ludiche e sportive e nei vari contesti pub- blici di interazione tra i pari.

Elenco dei servizi

– gestione delle risorse umane e della formazione nelle istituzioni educative;

– controllo Assenteismo Scolastico;

– analisi e monitoraggio delle relazioni con i pari ed eventuali condotte antisociali:

Uso di Sostanze Stupefacenti;

Uso Di Alcool;

Condotte Criminose e/o Devianti;

Cattive Amicizie;

– gestione della prevenzione nelle istituzioni scolastiche nei diversi ordini e gradi;

uso di tecniche di valutazione ed intervento relativamente ai processi di apprendimento e di socializzazione, normali e problematici, di individui e gruppi nella scuola e in altre istituzioni educative, ed alla formazione in strutture pubbliche e private;

monitoraggio con tecnologia avanzata del minore nei contesti di vita quotidiana;

comunicazione di informazioni utili alla prevenzione del disagio e alla crescita della qualità della vita;

prevenzione e recupero della devianza minorile;

valorizzazione delle risorse personali-familiari, sociali e ambientali;

osservazione della personalità del minore, nei contesti sociali;

interazione con i Servizi Minorili della Giustizia (I.P.M.– C.P.A.–Comunità-U.S.S.M.) e con i Servizi Territoriali;

collaborazione funzionale con l’Autorità Giudiziaria Minorile;

svolgimento di colloqui psico-diagnostici con minori;

lavoro di programmazione in equipe multi-professionale, attuando un efficiente controllo dei minori nell’ambito di un intervento finalizzato al cambiamento, garantendo ad ogni singolo utente un progetto individualizzato che tenga conto delle reali risorse personali, creando una rete di relazioni, con figure e ruoli significativi, per garantire la realizzazione del pro- getto personale.

Accertamento, con tecniche specifiche, di processi di interazione fra soggetti in età di sviluppo ed insegnanti, monitoraggio dei processi di sviluppo anche ai fini della identificazione e prevenzione del rischio psicologico-sociale, uso di strumenti di valutazione specifici per le diverse età, con metodologie atte a sviluppare strumenti di valutazione necessari per obiettivi particolari. individuazione dei fattori dell’ambiente di apprendimento che possono facilitare o ostacolare l’apprendimento, la motivazione, il benessere degli studenti e, in generale, di chi impara;

coordinazione e interpretazione delle informazioni provenienti dall’applicazione di strumenti di valutazione psicologica di varia natura, atte a rilevare i principali problemi connessi alla sfera affettiva, cognitiva e relazionale che il minore presenta in contesti come scuola, famiglia, comunità.